È noto a tutti che i dibattiti socio-culturali, le contrapposizioni, le dispute, le contese, le controversie e le continue polemiche politiche, a volte anche con toni aspri, sono sempre stati fatti normali e fisiologici in ogni comunità.
È altrettanto noto che in genere, in queste discussioni, si è sempre avuto rispetto di chi la pensa in modo diverso, delle opinioni altrui ecc., senza mai pensare di creare, per difendersi, una sorta di clima di paura, di ansia, di timore, di insulti e di intimidazione nei confronti di ogni interlocutore o avversario.
La cosa grave, però, è quando vi è un delirio di onnipotenza con metodi antidemocratici e autoritari nei confronti di altri soggetti, pubblici e privati, da parte delle ISTITUZIONI PUBBLICHE.
E cosa ancora più grave è quando, seppur eletti democraticamente dal popolo a rappresentanti delle pubbliche istituzioni nonché a gestori della “res publica” e, anzitutto, delle risorse materiali e immateriali di un patrimonio collettivo, si confonde il dovere per il perseguimento del bene comune con la smania di potere, con un potere immaginario di poter demolire e schiacciare tutti e tutto perché non in linea con una certa idea di operato politico-amministrativo.
Spesso si crede che come rappresentanti, temporanei, delle istituzioni si ha il diritto di passare, a qualunque costo, sulla testa di ogni altra istituzione, di una collettività, di una popolazione, di un territorio, con una tale sicumera, credendo di poter fare e decidere tutto quello che si vuole. Anche minacciare, intimidire, maltrattare, insultare, bypassando ogni regola etica, civile, legale, sociale e democratica. Credendo, altresì, di avere un’importanza che non si ha.
Infine, capita che chi è a capo delle istituzioni pubbliche, non essendo mai stato intaccato dalla cultura in genere, né tantomeno dalla cultura democratica, non comprende che è, semplicemente, una persona al servizio della collettività, della comunità, con l’obbligo e l’onestà di perseguire il bene comune rispettando i diritti, le regole, la verità, la cultura, la storia, le tradizioni, i costumi, il territorio, i cittadini e tutte le altre istituzioni pubbliche e private.
La politica è servire gli altri, il popolo, e non servirsi della politica.
SGF IN PIAZZA
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