LA NASCITA DELLA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE LOCALE: un pezzo di Storia Sangiovannese!
E’ MORTO GIOVANNI MELE, ALIAS FLORA, DETTO “U BANNISTA”
(Pastore-Predicatore della Chiesa Evangelica di Windsor, Ontario Canada)
E’morto, come ha sempre vissuto con la nostalgia di San Giovanni in Fiore nel cuore, nella città di Windosor (Ontario, Canada) il nostro caro, buono e intraprendente concittadino, Giovanni Mele, Alias Flora detto “U Bannista”. Giovanni Mele è morto come ha sempre vissuto con la nostalgia nel cuore del “Canale di Tommasina” alla Vianovasuttana di San Giovanni in Fiore dove nacque, crebbe e si sposò ma confortato dalla fede Evangelica di cui era diventato tra l’altro Pastore e Predicatore straordinario e dalla moglie Rosa e dai figli Salvatore, Maria, Teresa e Joanne a cui vanno le nostre più profonde e sentite condoglianze e quelle della Comunità cittadina e del Web. Lasciare la propria terra è un po’ come morire, ancor prima di morire! Devi essere abbastanza forte da poter sopportare il peso del tuo cuore! Non è per tutti “ricominciare da zero” e lasciare indietro famiglia, vicinato, amici, amori e i sapori del tuo paese. Devi avere tanto coraggio per poter superare il timore che coloro che ti sei lasciato indietro si dimentichino di te, o che almeno non sentano più la tua mancanza tanto come all’inizio. Non è per tutti “ricominciare da zero” come ha fatto virilmente e coraggiosamente Giovanni Mele e lasciare indietro famiglia, amici, rughitani, amori, sapori e attività del tuo paese. Questo è capitato al nostro caro e indimenticabile amico Giovanni Mele, persona buona, profonda, riflessiva, un uomo attivissimo e un intellettuale intraprendente impegnato fin da ragazzo, con hobby e passioni che spaziavano dalla fotografia e dal fotoreporter degli anni Sessanta alla Comunicazione di massa degli anni Settanta che praticava nella sua botteguccia di Via Maruzza e alla religione del culto Evangelico. Un uomo che per il paese si è prodigato come Comunicatore di massa da dimenticarsi di sé con il solo intento di mettere al sicuro l’informazione collettiva e chi amava e che io, forse come tanti altri ingenui amici, concittadini e parenti, ho compreso tardi, confondendo quel suo spirito combattivo, e “sbattimento” creativo, premuroso e intraprendente con l’ambizione personale. Giovanni come pochi aveva capito che se non ti dai da fare la società se ne infischia di te, della premura, della bontà… . Come quelli che parcheggiano nei posti per disabili, o quelli che vanno a dire al capo quello che hai raccontato alla macchinetta del caffè o quelli che ti dicono che per motivi di ristrutturazione il tuo posto purtroppo non esiste più anche se sai che non è vero… . Ma la vita per gli emigrati sangiovannesi è ancor più aspra e dura velata di malinconica tristezza: …ti impegni, ti prodighi, fatichi sradicato lontano dal tuo paese per addormentarsi poi in 5 minuti in una corsia di ospedale “straniero” in terra straniera dove la capacità di amare e di comunicare si blocca e con lei la possibilità di fare capire quello che senti, che provi, che vivi, figuriamoci di ciò che vorresti costruire… . La malattia, terribile e disumana, blocca tutto, anima, corpo e mente come quella che ha colpito negli ultimi giorni il caro amico, Giovanni Mele, che qui ho voluto brevemente ricordare ai posteri e a quanti lo hanno conosciuto ed amato come un atto di ossequio e di stima per un concittadino morto lontano con la nostalgia del paese nel cuore… . Addio Giovanni, fai buon viaggio, non ti dimenticheremo mai! Condoglianze alla Famiglia.
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